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70 un natale a ceylon


E per la prima volta, dacchè sono lontano dalla patria, sento in cuore una trafittura leggera, appena percettibile, ma insistente e importuna come il primo rodìo del dente cariato: è la nostalgia! Ed io mi vantavo d’esserne immune! Ohimè, ci si può illudere d’essere un Robinson e un cenobita buddista, ma non si può scomporre la nostra sostanza prima, la quale è non soltanto per ciò che è, ma per ciò che è stata; e non si eliminano dal mistero della nostra psiche millenni di evoluzione europea e venti secoli di cristianesimo.... La nostalgia, il male tremendo e indescrivibile fatto di sentimenti indefiniti simili all’ansia e al rimorso!

Esco all’aperto, ristorato dal bagno, per distrarmi al risveglio della foresta, delizia e meraviglia sempre nuova ai miei occhi europei. Seguo un sentiero appena tracciato nella densità del verde, ma per la prima volta questa natura paradisiaca m’appare ostile, inquietante come un paesaggio antidiluviano, sul quale debba profilarsi un pleosauro o un iguanodonte. Attraverso l’intrico della flora demente, dalla profondità delle valli, giunge an-