Pagina:Gozzi - La Marfisa bizzarra.djvu/125

Da Wikisource.

canto quinto 115

63
     Berlinghier la seguiva da lontano.
È senza dama il gentil Berlinghieri;
ma si vedea che non l’aveva sano
il core, e si leggeano i suoi pensieri;
che va fiutando un gherofan e’ ha in mano,
mostrando custodirlo volentieri,
tanto che s’apponea piú d’un francese
del giardin di quel fiore e del paese.
64
     Veniva Otton la teina de’ sardi
servendo poscia, ed ella è in gran furore,
e lo sgridava ch’era giunto tardi,
che s’avvedeva ch’ei cambiava core.
— Se per altra — diceva — nel sen ardi,
dillo per tempo, cane, traditore. —
Otton si scusa, ma non istá salda
quella reina di natura calda.
65
     La contessa d’Olanda è dietro a lei.
L’aveva udita e le disse: — Regina,
trattate com’io fo i serventi miei.
Non fate lor mai prego né moina:
se vengon, bene, io gli saluterei;
se no, non darei foco alla fucina,
perocché a mostrar lor zolfo e premura,
e’ se la prendon poi senza misura.
66
     Quel buona lana Ansuigi attendeva:
era alle ventitré l’appuntamento;
scoccaron l’ore e mai non si vedeva.
Questo petroccol m’ha recato il vento,
ed io, senz’altro dir, feci alto leva,
che d’ogni po’ di gruccia io mi contento. —
Aveva la contessa un prete a lato,
che pareva un orsaccio mascherato.