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canto quarto 81

15
     Angelin di contrada è di San Favolo,
ed era morto in quella di San Pietro:
venne a levarlo il piovan di San Favolo;
voleva il morto il piovan di San Fietro.
Diceva il primo: — Egli abita a San Favolo; —
l’altro diceva: — Egli è morto a San Fietro; —
donde si fece gran disputazione
tra i due piovani in mezzo alle persone.
16
     Foich’ebbon con flemmatiche parole
cercato l’uno l’altro persuadere,
dicendo: — Non si deve e non si puole
i successor pregiudicar, messere; —
si riscaldaron, come far si suole,
gridando: — Io non vo’ perder le mie cere; —
né piú si contendeva pel defunto,
ma son le torce del contrasto il punto.
17
     E finalmente ingiurie s’hanno dette;
l’uno dell’altro gran cose rivela,
e de’ peccati quattro, cinque e sette,
che prima ricopria non so qual tela;
poi tutti accesi vennono alle strette,
e si detton sul ceffo la candela.
Le processioni delle due contrade
diér mano a’ torchi, non avendo spade.
18
     E vidonsi in un punto aste e doppieri
arrestati e frugoni e aperta gfuerra,
zazzere abbrustolite e visi neri,
berrette a croce e moccoli per terra;
né si sentieno cantar misereri,
ma bestemmie e un gp-idar: — Sospingi, afferra —
da gole strette, con voci interrotte;
e furon lacerate molte cotte.
e. Gozzi, La Mar/Ua átMtarra. 6