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prefazione. | iii |
non ho bisogno di dire che non credo giusto quest’obblio e ciò per più ragioni: perchè nella storia del teatro italiano le Fiabe del Gozzi rappresentano il passato che lotta ancora e si contrappone alla commedia realistica del Goldoni, perchè sono la forma ultima dell’antica nostra Commedia dell’arte e dell’antica commedia popolare, perchè nel più vivo d’un moto filosofico, il quale, armato di tutte le superbie della ragione umana, mirava a cambiare l’intero assetto morale della vecchia società Europea, esse formano un episodio di letteratura fantastica, che per alcuni anni acquista tale popolarità da mettere in forse, si direbbe, persino le cagioni e gli effetti della riforma Goldoniana.
Quanto a cercare, come molti hanno fatto, intime relazioni morali fra la decadenza della vecchia e frolla società Veneziana e quest’arte fiabesca del Gozzi, che in mezzo a tale società rida ad un tratto nuova vita agli ingenui e primitivi racconti delle Fate, mi sembra questa una tesi critica, che non conduca a conclusioni molto cure. Relazione c’è, e dev’esserci, ma è principalmente estrinseca, e quale d’ordinario passa fra i fatti sincroni della storia. Il desiderio insaziabile di novità, l’instabilità e l’incertezza anche nei gusti artistici, le contraddizioni trascorrenti d’una in altra adorazione sono tutti segni manifesti d’una società svigorita e decadente. Che del resto l’arte del Gozzi, con le ragioni individuali e le