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Pagina:Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu/291

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atto secondo. 69



Mil. O Cielo! o sorte! o fratel mio diletto,
Quanti obblighi t’avrò! Tartaglia, tosto
S’apparecchi la Corte. Al porto corra
Gente a veder, se la galera giugne;
Indi lieti andiam tutti ad incontrarla. (entra)

Tart. Uh, quanto furore! Andiamo a vedere questa rara bellezza, questo sole, che ha tenuta questa Città in mestizia tre anni, e perchè? perchè somiglia ad un Corvo. (entra)


SCENA QUARTA.

Veduta del porto della città con una torre fornita di cannoni.

Truffaldino, Brighella ed una Sentinella sulla torre.


Truff. e Brig. Accennano d’esser venuti al porto per ordine della Corte a vedere se giunge una galera. Truff. averà un lungo cannocchiale, con cui in caricatura guarderà all’opposto del mare, cioè l’Uditorio. Scherzerà sopra gli oggetti, che vede, spezialmente ne’ palchetti, con moderazione ad arbitrio; concluderà di non veder galere. Brig. lo correggerà sull’errore, prenderà il cannocchiale, guarderà verso il mare, scoprirà una galera in lontano. Truff. prenderà il cannocchiale; guarderà; dirà, che quella è una folica. Brig. ch’è una galera. Truff. ch’è un’oca. Brig. ch’è una galera. Truff. sempre guardando, ch’è un’asino, indi un’elefante ecc. a