Pagina:Gozzi - Le fiabe. 1, 1884.djvu/301

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atto secondo. 79

     Jen. Fratello... Mìllo... O Dio! sdegnoso ei parte.
     E dirgli non potrò: troncando il capo
     A quel falcon, le gambe a quel destriere,
     Le care luci ti serbai; la vita
     T’ho difesa, o fratello? E, se l’arcano
     Paleserò per iscusarmi, in pietra
     Cambierassi Jennaro! Ah pazienza
     Di quanto fu sin’ora. Come mai,
     Se sieguono le nozze con Armilla,
     Potrò salvar dal minacciato mostro
     Questa notte il fratel? Tutto il mio spirto
     Certo porrò per far che sia deluso
     Di Norando il poter. Tentisi ogni opra;
     Si mora alfin, pur che il fratel sia salvo.