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282 Turandot

Bar. Paga sarai Schirina, Or t'è palese
     L’effetto del tuo errore. (con forza) Turandot,
     Saziatevi pure. Io non intendo
     Di sospender tormenti. Risoluto
     Anzi son di morir. Crudi ministri,
     Percuotetemi, via. Del Prence ignoto
     Conosco il padre, d’ambidue so i nomi;
     Ma strazio, angoscia vo’ soffrire, e morte;
     E non mai palesarli. Quei tesori
     Meno del fango apprezzo. Tu, consorte,
     Non t’affligger per me. Quelle tue lagrime.
     Se in un barbaro cor penetrar ponno,
     Per quell’afflitto vecchio impiega solo.
     Resti ’l misero salvo, (piangendo) Egli ha sol colpa
     D’esser amico mio.
Sch. (supplichevole) Deh per pietade...
Tim. Nessun s’affligga, alcun non prenda cura
     D’un, che a uscir di miseria ha esperienza
     Che sol morte può trarlo. Amico, io voglio
     Te salvare, io morir. Sappi, tiranna...
Bar. (impetuoso) No, per pietà. Non v’esca dalle labbra
     Il nome dell’ignoto: egli è perduto.
Tur. (sorpresa) Vecchio, tu dunque il sai?
Tim. Se ’l so? crudele!
     (volto a Barach) Dimmi, amico, l’arcano. Perchè mai
     Non poss’io palesar?
Bar. Perch'è la morte