solo il Gozzi sorpassò ogni incertezza di principiante, ma toccò subito alla forma d’arte teatrale più riflessa e meno spontanea. Perchè questo? Fra le molte ragioni che se ne possono addurre, una poco notata, ch’io sappia, è l’età del Gozzi, il quale è forse unico fra i poeti drammatici (ed era innegabilmente un grande ingegno teatrale) che cominci la sua carriera a più di quarant’anni. Il Metastasio, dopo i primi tentativi del Giustino e degli Orti Esperidi scrive a 25 anni la Didone abbandonata, a 26 l’Alfieri (benchè fuorviato per tanto tempo da circostanze straordinarie) il suo primo abbozzo di tragedia, a 22 il Goldoni i suoi primi Intermezzi comici, lo Schiller a 20 anni i Masnadieri, il Goethe a 23 il Goetz di Berlichingen, il Lessing a 19 Il Giovine Scienziato, Vittorio Hugo l’Ernani a 27 anni, l’età di Bonaparte alla prima campagna d’Italia, come soleva dire il Gautier. L’Amore delle Tre Melarance è più che altro quindi opera di critica, di caricatura, di parodia. In questo senso è l’opera d’un ingegno maturo e perfettamente esercitato e non ha nulla dell’esordiente. E commedia allegorica e non altro la ritenne pure Gaspare Gozzi, il cui giudizio sulla prima Fiaba di Carlo è importantissimo metter sott’occhi ai lettori, primieramente, perchè l’un fratello era molto a dentro nei segreti letterari dell’altro, e in secondo luogo, perchè egli dà tali spiegazioni autentiche, per così dire, delle più riposte intenzioni e allegorie della