Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/121

Da Wikisource.

parte prima - capitolo xvii 115

ammonizione da matrona con molta dolcezza in questo proposito, che non bisognava disgustare gli amici della famiglia, e che i modi che io teneva erano alquanto aspretti.

Trattenendo a stento molti sentimenti che sarebbero stati piú aspretti de’ miei modi, risposi soltanto sorridendo, che m’intendeva anch’io dell’amicizia, e che sapeva distinguere dalla vera alla falsa; che non m’avvedeva d’aver usato de’ sgarbi a nessuno; che mio padre viveva ed era il padrone; e che se anche avessi qualche interno dispiacere per alcune cose che paressero alla mia ignoranza imprudenti ed irregolari, io era un giovine da non essere considerato.

Questo solo mio picciolo indizio di disapprovazione incominciò a farmi guardare come una serpe dal numeroso sesso femminino della famiglia.

Le mie stesse tre sorelle, che mi amavano, ch’erano d’ottima pasta, d’una soda religione, non poterono difendere i loro donneschi cervelli da qualche stilla di velenoso sospetto contro di me.

Per non mostrarmi alieno affatto degl’interessi domestici, dava qualche mio parere sopra alle poche cose inconcludenti che mi si comunicavano per affettazione, che non era mai trovato buono, e recava qualche uffizio vocale che m’era raccomandato. Soprattutto teneva compagnia alcune ore del giorno e della sera a mio padre, che mi vedeva sempre con della tenerezza e delle lagrime.

In alcuni momenti di colloquio colle sorelle rilevai che cinquemila ducati di beni venduti nel Friuli col pretesto di dotare le due sorelle maritate, o non erano stati esborsati da’ compratori, o non erano passati nelle mani degli sposi che in parte; ch’era avvenuto lo stesso della maggior parte delle drapperie, biancherie e gioie, per le quali cose s’era incontrato un grosso debito con un consorzio di mercanti.

Beveva e chiudeva nel seno degli amari calici di consimili erudizioni. Scopriva che i due matrimoni fatti delle due prime mie sorelle non erano stati conclusi tanto per dar stato a due persone, quanto per aprire con apparente onestá un campo di poter