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116 | memorie inutili |
possedere del danaro per quelle vie che a Venezia si chiamano «stocchi», e per avere un modo di giustificare con un buon pretesto le alienazioni de’ fideicommissi.
Rifletteva che una bistorta condotta, anche non colpevole di malizia, riduce a’ bisogni istantanei e alle angustie, e che questi bisogni e queste angustie costringevano ciecamente a de’ ripieghi i quali non fanno che accrescere le necessitá.
Incolpava soltanto il destino, che dal tempo della morte dell’avolo mio paterno, il quale aveva lasciato un bel patrimonio e una giovane moglie vedova con un fanciulletto e una fanciulletta, sino a’ giorni mesti ch’io noto qui sopra, l’amministrazione delle rendite e de’ capitali fosse passata successivamente per le mani muliebri e per un vortice d’irregolaritá rovinose.
Proccurai che mio fratello Francesco, ch’era a Corfú, avesse un ragguaglio sincero e diligente delle circostanze della famiglia.
Entro ora nel pelago delle mie maggiori disavventure.