Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/145

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parte prima - capitolo xxi 139

necessitá, riflettendo allo stato in cui sarebbe rimasto il solo ammogliato in quel tempo de’ quattro fratelli, e che aveva cinque fígliuoli, con un quarto della facoltá aggravata da debiti. Non poteva accusare questo fratello che d’una indolenza insulerabile del suo istinto e dell’intera perdita sua in que’ studi ch’erano pure anche la mia debolezza.

Tra gli amici casalinghi e niente amici miei entravano de’ forensi. M’avvedeva che si tenevano de’ consigli contro di me dalla cognata, dalla madre, dalle sorelle sedotte e da mio fratello Gasparo, che lasciava fare.

Tutte le accennate femmine, che guidavano il fratello Gasparo condiscendente, visitavano ogni sera una dama compassionevole e pia, la quale aveva l’assidua servitú, amicizia ed assistenza ne’ molti litigi che sofferiva, d’un celebre avvocato veneto. Si cercavano de’ soccorsi e si macchinavano degli assalti del fòro contro di me, per assediarmi e sconfiggermi con degli appoggi.

Quella dama d’animo incomparabile e di costume angelico era la contessa Elisabetta Ghellini di Vicenza, rimasta vedova da qualche anno, con un fanciullo, del veneto patrizio Barbarigo Balbi. L’avvocato celebre, di lei direttore, era il conte Francesco Santonini.

È cosa rarissima il ritrovare una dama adorna di tutte le qualitá che aveva la sopra accennata. Nell’etá di circa quarant’anni, cagionevole nella salute, con pochi beni della fortuna, i quali le erano anche contesi, oppressa dagli atti forensi e con frequenza assalita da mortali infermitá, tutta religione, fiducia e coraggio, sopprimeva gli affanni suoi con un fervente sguardo al cielo.

Attenta all’educazione dell’unico suo figliuoletto, che allora poteva avere otto o nov’anni, lo provvedeva di maestri, gli serviva di specchio d’un buon esempio, gl’instillava le piú onorate e piú sane massime indefessamente.

Dotata d’intelletto e di vivacitá, leggeva gran parte del giorno de’ buoni libri. Si dilettava moltissimo della poesia e intratteneva una conversazione per lo piú d’afflitti.