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parte prima - capitolo xxvi 161


Oppresso da un’idrope nel petto e ridotto presso alla morte, il mio saggio e buon zio materno mi fece sapere che voleva vedermi. V’andai immediatamente, ed egli mi fece sedere vicino al suo letto.

Si lagnò soavemente perch’io non mi fossi da lui lasciato vedere da un tempo sí lungo. Gli risposi con ingenuitá che il timore ch’egli fosse stato mal impresso contro di me senza punto di veritá, e quello delle sue collere, che m’erano state partecipate forse perché non me gli appressassi, m’avevano trattenuto.

— Se mi fossi lagnato — diss’egli — che mia sorella e vostra madre fosse stata offesa e trattata con della ostilitá, ciò non doveva troncare le vostre visite.

— Vedo — risposi — avverato il fondamento de’ miei dubbi e della mia trepidazione. Non credo questo — soggiunsi — il momento di disturbarla con delle lunghe storie di giustificazione. Desidero la di lei salute, per suo e per mio vantaggio. Ho tutto cercato, anche sovvertendo il mio carattere pacifico, per impedire divisioni e dissidi. Sono certo che alla sua guarigione, ch’io bramo con tutto lo spirito, ella resterá persuaso ch’io non offesi e non usai ostilitá alcuna a nessuno, e ch’io sono soltanto in traccia di far del bene a tutti, coll’intero spoglio del mio particolare interesse e ponendo me stesso sotto al giogo d’enormi applicazioni e fatiche, non che di perigli.

Egli era giusto, saggio, filosofo e infermo, e nulla piú mi rispose. Io replicai le mie visite giornaliere e fui assicurato che quel venerabile vecchio aveva detto alla sua sorella mia madre: — Credetemi che Carlo vostro figliuolo è un buon giovine.

La di lui malattia crebbe sempre, ed io m’avvidi, dalle persone ch’egli faceva stimolare perché andassero a lui, che, prevedendo egli la sua morte, cercava una riconciliazione con tutti i suoi conoscenti i quali potessero sospettare ch’egli avesse qualche sentimento di livore contro di essi.

Assistito spiritualmente da certo frate Bernardo degl’Ingesuati, che in quel tempo passava per un dotto regolare, si faceva leggere di quando in quando de’ passi delle sacre pagine, e