Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/237

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parte prima - capitolo xxxiv 231

mi facessero un buon pronostico, essi medesimi però nel fine mi sconsigliarono, anzi mi pregarono a non esporre quella fanciullaggine, adducendo che sarebbe fischiata e che poteva pregiudicare il decoro accademico con tanto onore sino a quel punto sostenuto.

Risposi che conveniva assalire l’intero pubblico sul teatro per cagionare una scossa di diversione, ch’io donava e non vendeva il mio tentativo di nobile vendetta all’accademia vilipesa a torto, e che le loro signorie, intelligentissime di coltura, d’esattezza e di buoni libri, conoscevano molto male il genere umano e i nostri simili.

Donai alla compagnia comica del Sacchi la mia originale stravaganza scenica e fu esposta nel teatro in San Samuele in Venezia nel carnovale dell’anno 1761.

La novitá d’una tal fola inaspettata, ridotta ad azione teatrale, che non lasciava d’essere una parodia arditissima sull’opere del Goldoni e del Chiari, né vuota di senso allegorico, ha cagionata un’allegra rivoluzione strepitosa e una diversione cosí grande nel pubblico, che i due poeti videro come in uno specchio la lor decadenza.

Chi averebbe predetto che quella favilla fiabesca dovesse debilitare l’andazzo dell’opere sceniche ch’erano prima tanto ammirate, e rialzare sopra a quello l’andazzo, acclamatissimo per tanti anni, d’una mia serie successiva di fiabe fanciullesche? Cosí va il mondo.