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256 memorie inutili


Fui compare alle cresime, a’ battesimi, e fui autore, consigliere, maestro, mediatore di quella compagnia; e tutto ciò senza erigermi da pedante e da pretendente, ma sempre pregato, e con una disinteressata, condiscendente, umana e scherzevole forma.

Alcune ragazze di quella comica famiglia, nessuna delle quali era brutta e nessuna senza qualche buona disposizione al mestiere, mi pregavano di soccorsi e di qualche scuola, né ricusai di farle esporre scenicamente al pubblico con delle parti adattate a’ loro caratteri, da me composte e da me insegnate loro, con un mirabile effetto in loro vantaggio.

Discesi, pregato, nell’ore dell’ozio mio, a far loro delle reciproche scuole. Le faceva leggere e tradurre dal francese de’ libri proporzionati all’arte loro. Scriveva loro delle lettere inventate sopra a vari argomenti famigliari, i quali argomenti potessero ammaestrarle e costringerle a riflettere e a sviluppare i lor sentimenti, obbligandole a formare, comunque uscissero, le risposte. Correggeva i loro errori, ch’erano spesso di que’ maiuscoli e inaspettati, ridendo. Ciò serviva a me d’un gioviale divertimento e a quelle di qualche coltura.

Nell’allontanarsi che facevano da Venezia pe’ consueti sei mesi, non v’era pericolo ch’io non ricevessi delle lettere scritte a gara, e anche amorose, ogni ordinario, da Milano, da Torino, da Genova, da Parma, da Mantova, da Bologna e da tutte le cittá dov’erano a recitare; né mancava delle mie risposte scherzevoli, affettuose, minaccevoli, derisorie, e con tutti que’ modi ch’io credeva utili a tenerle risvegliate, giudicando una corrispondenza di lettere vivace e di sentimenti il piú adeguato e il piú profittevole esercizio per una comica.

S’inganna chi crede di poter praticare con delle comiche senza far all’amore. Convien farlo o fingere di farlo. Questa è la via di ridurle al lor bene. Esse sono impastate d’amore. Amore comincia ad essere la lor guida principale da’ loro cinque o sei anni d’etá, e da questa parte conobbi ben tosto che l’austeritá della compagnia del Sacchi era infruttosa, come aveva veduta inutile sopra a tal punto anche la rigidezza delle private famiglie.