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328 memorie inutili


Difatto ella divenne da quel punto il bersaglio delle saette del vecchio perverso. Dal di lui trono di capocomico scagliava alla Ricci continuate acerbe mortificazioni e grossolani rimproveri sulla professione, né aveva riguardo che fosse presente il di lei compare, benefico alla compagnia, di usare a quella povera giovane i piú villani tratti d’avvilimento. S’ella si trovava in iscena a far commedia con lui, valendosi della grazia ch’egli godeva del pubblico, non mancava di tratti buffoneschi facendo ridere gli spettatori alle di lei spalle per rovinarla.

Che piú? In uno stanzino del teatro una sera, dov’erano ben otto tra comici e comiche e v’era la Ricci e il compare, quell’animale diresse alla giovane non solo degli amari rimproveri, ma delle parole tronche in arcano in di lei disprezzo, le quali significavano d’averla giá avuta in possesso all’ultima confidenza. Vidi la Ricci impallidire e quasi svenire.

Era certo tra me che la Ricci non era discesa a tanta bassezza. Oltre a tutti gl’indizi che aveva per assicurarmi, il vigliacco esoso che osa di dire e cerca di far credere ciò, è abbastanza empio per inventare de’ falsi trionfi e delle calunnie.

Conobbi che quel vecchio, valente comico ma cattiva persona, tentava di screditare quella infelice nella mia opinione, onde mi allontanassi da lei e la abbandonassi alle di lui vendette ed a quei fini suggeriti da una brutalitá sensuale.

La prudenza mi suggeriva a risolvere il mio allontanamento, ma parvemi di usare una crudeltá non conciliabile coll’animo mio ad aderire al tentativo di quel mostro in quella circostanza. Anche alquanto di puntiglio e l’aver modo di farlo pentire ebbero parte nel tenermi fermo alla difesa di quella sconsigliata comare.

Trovai la Ricci il giorno successivo desolata e immersa nel pianto. Al mio comparire ella incominciò da’ giuramenti i piú efficaci per assicurarmi che giammai il vecchio aveva avuto da lei il menomo favore, ed a pregarmi piangendo ch’io non credessi alle falsitá di quel scellerato.

Mi posi a ridere. Cercai di calmarla, e mi contentai di rammemorarle le mie predizioni delle lagrime che le averebbe