Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/339

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parte seconda - capitolo xvi 333

I tuoi ragionamenti e i tuoi ricordi sono per lei d’una metafisica non intelligibile e dalla scuola de’ suoi adulatori dipinti a lei figli del pregiudizio. Ella mostra d’ascoltarli e d’apprezzarli perché ha bisogno di non ributtarli per ora. Nota il suo fremito interno che non può celare quando le fai delle correzioni, per quanto tu adoperi della dolcezza nel fargliele. Tu vorresti fare una Pamela di chi infine sará sempre la Ricci.

Queste solide e ben fondate riflessioni non superavano in me un certo non so qual riguardo di delicatezza e d’amichevole cordialitá.

La comare, anche lontana, era tuttavia diligente a coltivare l’amico compare con lettere affettuose quasi ad ogni ordinario.

Ad onta della sua firma di servire la compagnia per tre anni coll’onorario stabilito e pontualmente pagato, a misura degli applausi che riscuoteva ne’ teatri di terraferma, aggiungeva nelle sue lettere de’ lagni e di non voler servire per cosí scarso stipendio. Anche questa di lei ingiusta inquietezza inquietava me.

Un giorno mi giunse una lettera della comare, in cui mi partecipava d’aver avuto un trattato con certo signor Francesco Zannuzzi, comico del teatro italiano di Parigi, giunto in Italia per provvedere una prima attrice per quel teatro, e ch’ella s’era accordata, se ben mi ricorda, per tremila franchi all’anno. Aggiungeva che tante erano le obbligazioni che aveva con me che si credeva in debito di parteciparmi questo suo accordo, chiedendo il mio consiglio.

Questo ragguaglio mi fu carissimo, perché se il fatto si verificava, scorgeva liberati la mia amicizia e il mio comparatico e divisi da centinaia di leghe.

Le risposi tuttavia che ad un trattato concluso il chieder consiglio era cosa d’inutile affettazione, ch’ella aveva un obbligo firmato di servire la compagnia del Sacchi per tre anni; e che però credeva conveniente almeno ch’ella avvertisse il Sacchi del suo accordo per Parigi, ond’egli potesse provvedersi d’una prima attrice, e ch’io sperava ch’egli non facesse difficoltá a scioglierla dall’impegno, trattandosi di cosa ch’ella giudicava fortuna.

Riguardo al consiglio ch’ella mi chiedeva, risposi con la mia