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356 memorie inutili

collocarvi in altra compagnia comica delle piú rinomate, alla stessa e forse a miglior condizione. Tuttavia, seguite pure i vostri trattati e i vostri garbugli segreti. Io saprò non saperli e conservare dal canto mio un perfetto silenzio in quest’affare, siate certissima.

Mantenni con esattezza la mia promessa, e lasciai la Ricci in balía di maneggiare il suo comico tradimento secreto, senza mai chiederle parola de’ suoi progressi in quell’affare, riflettendo che infine io non averei potuto avere altra accusa e altro delitto, facile da perdonarsi, d’aver soccorsa, sostenuta e protetta per il corso di cinqu’anni una comica d’animo guasto da’ cattivi principi, di cervello ambizioso e leggero. Seguitai ad esserle buon amico, ma con qualche riserva e con l’interno determinato d’allontanarmi poco a poco con quella prudenza che impedisse i romori e le dicerie. Cosa impossibile nel mezzo a’ commedianti.

Fu in quel tempo ch’io aveva ordita in ossatura e in parte composta la mia romorosa commedia, intitolata: Le droghe d’amore, divisa in tre atti, per dare qualche cosa al teatro in soccorso de’ miei protetti che mi tormentavano, e a divertimento de’ miei concittadini che attendevano da me qualche nuovo capriccio teatrale.

Questa commedia favolosa — che divenne quasi tragedia storica per de’ contrattempi, del bistorto pensare, del mal fondato cruccio superbo, de’ passi falsi, delle vendette fondate sopra a delle immaginarie supposizioni, de’ puntigli, delle imprudenze e delle esose comiche venalitá, che la fecero degenerare in una satira personale, con tutta la sua innocenza e senza la menoma mia intenzione — mi costringe a scrivere minutamente, con tutta la ingenuitá, e la stolida amicizia che legai con una comica compagnia e colla comica Ricci, e i casi avvenuti per quella scenica filastrocca.