Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/367

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parte seconda - capitolo xx 361

sorta di visite, mettendosi in un aspetto non confacente co’ miei sistemi, averei troncate le mie visite domestiche da lei bramate, lasciandola nella sua libertá; e scòrsi benissimo che, riscaldata la fantasia, con la introduzione del sopra accennato discorso ella cercava con un’arte infelice di legare la mia visita familiarmente nella sua casa col signor Gratarol, persona ch’io rispettava e con cui averei trattato volentieri e tranquillamente in qualunque luogo fuori che nella abitazione d’una giovine comica mia comare, che da cinqu’anni aveva sostenuta, innalzata, visitata, accompagnata pubblicamente e difesa come un’amica onesta, prudente e rattenuta.

Siccome nel corso di cinqu’anni aveva abbastanza conosciuta l’impossibilitá di far pensare ed operare sulla norma de’ miei consigli quella giovine, aveva anche prefisso di traccheggiare per tutto quel carnovale coll’ombra della mia assistenza e parzialitá, per non esporla a’ fulmini delle lingue de’ suoi compagni e compagne che cordialmente la odiavano, e per salvar me dalle sporche dicerie; ma giunta poi la quaresima in cui la compagnia comica partiva per le piazze estere, aveva divisato di sospendere con lei ogni carteggio e, ritornata a Venezia, di trattarla con quella civile indifferenza con cui trattava tutte le altre comiche, tanto piú quanto prevedeva la di lei fuga per Parigi o per Napoli.

Tutte le mie determinazioni pacifiche furono vane col carattere spiegato di quella attrice, impastata di quintessenza d’ambizione, guasta da’ principi d’educazione e dalle adulazioni dei spiriti dicentisi filosofi del nostro secolo illuminato.