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364 memorie inutili

ricordarvi quanto vi dissi con ingenua fermezza. Mi rincresce di vedervi divenire odiosa alla vostra compagnia che tien sempre i dardi tesi sulle lingue per fulminarvi, e mi dispiacerá che la vostra incauta novella direzione mi levi l’arme da potervi difendere come feci nel tempo passato. Per altro, siate certa che, con tutto il modo mio di pensare differente da quello del signor Gratarol, mi pregerei d’essere con lui in sociale conversazione in ogni luogo fuori che nella vostra casa. Voi vedete come tratto con quel signore le sere ne’ stanzini del teatro, e se nel modo con cui lo tratto egli possa mai dubitare ch’io non lo stimi e rispetti. Non è tuttavia possibile ch’egli non sappia l’amicizia, la familiaritá ch’ebbi per voi di cinqu’anni continui, notissime a tutto il veneto popolo; e voi sapete le mie massime. Dubito che siate piú colpevole voi che lui della poca delicatezza con cui egli tratta meco sul vostro proposito. Desidero ch’egli segua a trattarvi con quella decenza, pulitezza, morigeratezza e come se foste una regina, come mi riferiste. Siccome io non m’oppongo alla vostra libera volontá, spero che non abbiate la indiscretezza di pretendere la schiavitú della libertá mia.

Qual sorta di riferte facesse la Ricci al signor Gratarol in mio discapito, inviperita di non poter unirmi con lui nel suo albergo, sono note soltanto a lei ed a lui.

È certo ch’ella guardava le cose instancabilmente coll’occhio dell’ambizione e del suo amor proprio, né sará da maravigliarsi s’ella mi dipingesse qual debile geloso del Gratarol, ch’io non era stato degli altri di lei amanti, i quali non mettevano a repentaglio la mia pratica familiare con lei.

Io attendeva schermendo la quaresima con una brama indicibile, e i giorni di quel carnovale mi sembravano eterni.

Narro la serie pontuale de’ successivi piccioli incidenti che fecero divenire senza il menomo proposito la mia commedia Le droghe d’amore, quasi del lutto composta e letta a caso innocentemente alla Ricci e ad altri, una satira strepitosa particolare.

Mancavano alcune settimane al termine del carnovale, quando entrato io una sera ne’ stanzini del teatro, vi trovai al solito il