Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 1, 1910 - BEIC 1837632.djvu/63

Da Wikisource.

CAPITOLO VI

Breve studio di fortificazione e di militari esercizi.

Mie riflessioni, che saranno giudicate follie.

Terminata la mia convalescenza, fui raccomandato da S. E. Provveditor generale al tenente colonnello degl’ingegneri, Marchiori, perch’io studiassi la matematica relativa alla fortificazione.

Quel cavaliere mi chiamò a sé e mi disse che aveva avuta notizia dal mio zio della mia inclinazione all’applicare, e che m’apriva la via ad uno studio utilissimo a chi vuol fare il soldato. Mi vidi in ciò distinto dagli altri venturieri, e conobbi piú espressamente che la dimenticanza dimostrata dall’E. S. al suo imbarco, di noi cortigiani e del nostro nome, non era stata che una politica finzione per abbassare gli orgogli.

Lo ringraziai umilmente e, senza abbandonare punto né poco i miei primi affetti alla poesia e all’eloquenza italiana, m’adattai con piacere anche agl’insegnamenti del signor tenente colonnello degl’ingegneri Marchiori.

Il mio grave maestro m’interrogò sull’aritmetica, della quale non aveva che de’ principi; e siccome intesi benissimo da’ suoi ricordi che il saperla fondatamente e francamente era cosa indispensabile alla scuola che intraprendeva, mi posi a studiarla con tutta la testa fredda che si richiede a quello studio, e nel giro di un mese fui piú dotto abachista d’un usuraio; quindi incominciai ad ascoltare attento e ad eseguire i dettami del signor maestro ingegnere.

L’amico mio signor Innocenzio Massimo, ch’era stato un lungo tempo discepolo del rinomato matematico nell’universitá di Padova, signor marchese Poleni, oltre a’ compassi, alle squadre, alle regole e agli altri ordigni occorrenti al disegno, possedeva molti ottimi libri francesi, che trattavano di geometria, di