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110 memorie inutili

io ch’ella aveva bensí dette delle veritá, ma anche che un puntiglio, un disprezzo e una vendetta contro al Gratarol non la lasciavano aver riguardi né per lui né per me, per non comparire insistente, noioso e incivile senza alcun frutto, credei bene l’abbracciare la proposizione che la commedia non ricomparisse nel teatro dopo la sera de’ diciassette, di raccomandarmi e d’impegnarla su questo punto, di baciarle la mano e d’andarmene col testimonio Luigi Benedetti su nominato.

Tale è l’onorata storia degli uffizi ch’io feci il giorno de’ sedici e sino alle tre della notte, sempre digiuno, verso le persone ch’io credei opportune, per aderire alla immaginaria violente pretesa del Gratarol non mai con me combinabile.

Se i testimoni ch’io nomino, che vivono, e le carte provano maliziosa e falsa la mia narrazione, non voglio perdono.

Narrerò ora gli uffizi ch’io feci verso il Gratarol, i generosi urbani puliti e ragionevoli accoglimenti suoi, colla medesima onoratezza stimolando i testimoni ch’ebbi a questi uffizi, tra i quali testimoni v’entra persino un di lui amorevole congiunto, a smentirli s’io gli contamino con delle invenzioni.