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parte seconda - capitolo xxiv 11

seccatura ad un pubblico teatro. Il capocomico ed i compagni proruppero nelle piú fervorose preghiere perch’io la terminassi e permettessi la rappresentazione. Replicai i sentimenti miei di renitenza.

La compagnia partí per Mantova, e parvemi di rimanere sollevato da qualche peso con la partenza da Venezia della Ricci. M’incontrava spesso col Gratarol, né mancava de’ miei cordiali urbani saluti. Egli retribuiva, ma scorgeva in lui un contegno che dinotava qualche ruggine nel suo interno, che forse de’ mali uffizi della attrice aveva cagionata. Dal mio canto giuro a Dio e a’ miei concittadini che lunge dal sentire alcuna avversione verso di lui, lo contemplava come un mio liberatore da una pratica divenuta per me piú incomoda e piú fastidiosa d’una podagra.