Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 2, 1910 - BEIC 1838429.djvu/237

Da Wikisource.

parte terza - capitolo v 231


La mia gita fu vana. Quell’ardita femmina colla sua famiglia aveva fatto le scalate alla fortezza ed era rientrata per una finestra a ripigliare il possesso dell’alloggio!

La mia maraviglia fu grande, ma le mie risa furono maggiori.

Un terzo ricorso all’avvogadore mi liberò finalmente da quella mosca culaia; ma ebbi la casa mostruosa, senza catenazzi, senza toppe, senza porte, senza finestre, in un guasto indicibile.

Dovei spandere molto danaio per porla in istato di poterla fittare a de’ pigionali poco migliori della femmina diavolo.

Non meno comico, a mio credere, fu il secondo caso avvenutomi per una mia casa nella contrada di Santa Maria Materdomini, rimasta vuota per i molti fitti non soluti e da me donati.

Comparve da me una mattina un uomo che a’ vestiti pareva gondoliere. Egli m’addusse che serviva di gondoliere un cittadino di casato Colombo, il quale abitava nella contrada di San Iacopo dall’Orio, e che abitava egli nella contrada di San Geremia; che per la gran lontananza le mattine talora non poteva essere pronto a’ servigi del padrone; che avendo io una casa da appigionare a Santa Maria vicina a San Iacopo, mi pregava dell’affittanza e di dargli le chiavi, mostrandomi il danaio pronto al pagamento della rata anticipata.

— Qual nome è il vostro? — diss’io. — Domenico Bianchi — rispos’egli con franchezza.

— Ebbene — diss’io, — chiederò informazione di voi al padron vostro Colombo, perché io sono uno di que’ cani pelati dall’acqua bollente che temono l’acqua fredda.

— Ma, signore — risposagli, — non posso perdere gran tempo, perché ho la moglie gravida vicina al parto. Le sue doglie sono giá incominciate, e vorrei tosto adagiarla onde partorisca nella nuova abitazione, per non dover tardare i molti giorni del puerperio.

— Possibile ch’ella partorisca oggi? — diss’io. — Dopo il pranzo anderò dal signor Colombo, e ritornate da me domattina quanto per tempo volete.

— Bene, bene — rispos’egli, — Ella ha ragione, e quantunque io sia un uomo d’onore, non nego ch’Ella prenda informazione di me; ma per caritá non tardi, perché la mia urgenza non ammette tardanza. — Detto ciò, partí.