Pagina:Gozzi - Memorie Inutili, vol 2, 1910 - BEIC 1838429.djvu/49

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parte seconda - capitolo xxx 43

le prevenzioni d’avviso sopra accennate. Nessuno trovò in quel dramma ciò che realmente non v’era.

Le franche esagerazioni cominciarono a volare. Si accusava di stomachevole petulanza il Gratarol, perch’egli infinocchiato da una comica cercasse d’impedire un divertimento innocente alla cittá d’una rappresentazione teatrale nuova, di che v’era tanta scarsezza, e ch’egli avesse l’audacia di contraddire e in certo modo di correggere e di cozzare con una grave magistratura che l’aveva giá esaminata, trovata morale, innocente e licenziata per il teatro.

In due giorni tutta Venezia da un capo all’altro fu pienissima di cicalecci sul mio povero dramma, sugli omeri del Gratarol e sugli omeri miei.

I popoli inclinano a bramare che tutte le cose sieno gigantesche e della natura de’ turbini, per avere di che favellare, di che far stupire e far spalancare delle bocche e degli occhi. Se tali non sono, lascia fare ad un popolo a farle divenir tali.

Si narrava che l’opera mia era una satira sanguinosa, ch’io metteva in sulla scena il Gratarol non solo, ma i tali signori e le tali signore al numero di tanti e tante che in veritá il palco scenario, il parterre e tutti i palchetti non averebbero potuto contenere il gran numero di persone che si nominavano, ed erano tutti oggetti conosciutissimi. Si contrastava, si disputava, si negava, si sosteneva, si argomentava, si aggiungeva, si alterava, si riferiva, si confidava negli orecchi, si narravano cagioni immaginarie, aneddoti contradicenti e spropositati; e tutti sapevano tutto da un vero fonte infallibile.

Il Gratarol era per la pubblica fama giá stabilita il protagonista dell’opera, e l’effetto vero de’ cicalari era un apparecchio immancabile d’illusione, risvegliato a pregiudizio di quell’infelice da’ passi da lui fatti, timoroso ed incauto, a istigazione d’una maligna farfalla.

Nell’apparato delle cose imbrogliate vedeva nascere un’idra invincibile e mi scorgeva grado grado spogliato interamente d’ogni padronanza sul mio parto, e ciò ch’è peggio, scorgeva che i puntigli de’ Grandi avrebbero cacciato in iscena in quel