Ancora, su un davanzale,
All’aria, al sole, un modesto
Vaso, o vogliam dire un testo,
16Di maggiorana nostrale.
Ancora, in luogo di musa,
Un micio peso e poltrone,
Da carezzargli il groppone
20E fargli fare le fusa.
E basta. Che c’è bisogno
D’altro? Io, quando mi vedo
In mezzo a troppo corredo,
24Io, che ho da dir? mi vergogno.
Mi sembra d’essere allora,
Non il padrone, ma il servo,
E m’avvilisco e mi snervo
28Dove più d’un si ristora.
Starei quassù tutto l’anno,
Come un asceta giocondo
Ch’abbia detto addio al mondo
32E a quei che dentro vi stanno.