Ond’è che per mia salute,
Quand’ero giovine topo,
E, se non erro, anche dopo,
56Mi sono molto piaciute.
Ed esse, buon pro lor faccia,
Mi furon sempre benigne....
Non dite che nulla strigne
60Chi molto, anzi troppo, abbraccia. —
Di grazia, per qual cagione
Avrei da essere triste,
Se tutto quello ch’esiste
64Ha la sua brava ragione?
La sua ragion buona e bella,
La quale fa che ogni cosa,
O vuoi piacente o nojosa,
68Sia, non un’altra, ma quella.
Ed ogni cosa che passa,
Passa per fare del posto,
E quanto passa più tosto,
72Più si ravvia la matassa.