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Se fossi un santo, a quest’ora
Forse l’imagine mia
Sarebbe venuta fuora
In cromolitografia.
Avrei di mistico lume
Suffusa la fronte e il ciglio,
Nell’una mano un volume,
Nell’altra mano un bel giglio;
E rassomiglierei molto,
Nella serafica e vaga
Espressïone del volto,
A San Luigi Gonzaga.
La tenera penitente,
Con amoroso rispetto,
Per ben avermi presente
M’appenderebbe sul letto;
E in gonnellino, la sera,
Mi direbbe sospirando:
"O caro santo, che fiera
Lotta! a voi mi raccomando!"
Ed io lascerei dall’alto
Cader sovr’essa un’occhiata
Così benigna e beata
Da intenerire uno smalto.