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Piansi naturalmente,
Guardando il bosco e il monte;
Piansi, come una fonte
Versa l’acqua lucente.
Non era doglia acerba;
Non cruccio alfin disciolto:
Piovevan dal mio volto
Le lagrime sull’erba.
Sull’erba molle e rada,
Che tremava alla brezza;
Sull’erba non avvezza
A sì fatta rugiada.
Piansi forse due ore,
In silenzio, soletto:
Dolcemente nel petto
Mi si struggeva il core.
E dal cor che per vana
Speme s’accese e amò,
Fiorivami non so
Che musica lontana;
Come un puro e solenne
Canto d’angioli santi
Che per cieli raggianti
Battessero le penne.