Pagina:Grammatica Sanscrita - Giovanni Flechia.djvu/104

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FINITI IN VOCALE. 95 TI femminile non si differenzia dal maschile se non al- l’Acc. Plur., in cui, come s’è dello, piglia la desinenza q; onde p. e. gg, f., ballerina, fa in questo caso gnre- §. 141.1 monosillabi nomi d’agente in ^ od ra, masc. e femm., se sono semplici seguono la declinazione di fa e qx (v. §. i38), sia quanto al mutare ^ in gre e ra in rag, sia quanto alle desinenze; se non che, fra le arbitrarie, rigettano le caratteristiche del femminino, eccetto fa, che al Loc. Sing. dee prendere, anche nel mascolino, la desinenza rarre. Servano d’esempio fa, m. f., conduttore, conduttrice, e , ni. f., tagliatore, tagliatrice. MASCOLINO E FEMMININO. Singolare. Duale. Plurale. N. V. fares ffaù frerere, Acc. ffat»T — — — — Strum. ffan cgreri rerèrerre ^qnre reTfrò Dal. ffar —— fawra cerere, Ahi. frerere


Gen. — — frerèra frererre «grerre Loc. frereì* ^3 ^3 §■ 442. In fine di composto i monosillabi, di cui al §. 141 dinanzi a vocale cambiano la loro finale nella semivocale corrispondente secondo il §. 22 (v. però eccez. ed oss. r); del resto seguono, quanto a desinenza, la declinazione che hanno come semplici (v. §. 14r)- Servano d’esempio re#fa, m. f. (dalla rad. fa = rer, bere), acquabevenie, m. f. (dalla rad. re , nettare), spaziatore, spazzatrice. MASCOLINO E FEMMININO. Singolare. IN- V. W3* Duale. recyrò tUcròrt Plurale. re# 90 declinazione dei t