Pagina:Grammatica Sanscrita - Giovanni Flechia.djvu/107

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e dei temi garrì, in. fi (da gaTxfar, desiderare una garrì, fanciulla), che desidera una fanciulla, essi seguono la declinazione di amfa soltanto nell’Acc. Sing. e Plur., e in tutto il rimanente s’attengono a quella di agì, onde p. e. garrì fa Sing. Nom. garrì, Voc. gmfr, Acc. gara?, Strum. garar, Dat. òsafa, ecc. Duale Nom. Voc. Acc. ararar, ecc. Plur. .Nom. Voc. Acc. garca, ecc. §. 444. I composti aggettivi in ^ ed ai formano il teina del neutro abbreviando, secondo il §. g6, la loro finale, e si declinano quindi come aa e arri: (v. §. i3a); ma con qualche avvertenza cui vedi a §. i3a, oss. 2. Temi in aj ni. f. n. (v. §. 94, II, 1, d). §. 443. I- I mascolini e femminini han comuni le desinenze in tutti i casi; fuorché all’Acc. Plur. in cui quelli pigliano a, qnesLi ? (v. §. 115, II, III). Entrambi i generi nel Sing. Nom. sostituiscono m a qj; nel Voc. gunano la finale del tema; nel Gen. Plur. inseriscono fra il tema e la desinenza la nasale qr (v. §. 4[, c), dinanzi a cui qr s’allunga^.^ 118, oss.)] dinanzi a vocale cambiano, conforme al §. 22, qj in x in tutti i casi debolissimi fuorché al Sing. Loc., iu cui questa vocale è gunata, c Abl. e Gen. cui formano con sostituire ax alla loro finale. Alcuni di questi nomi però si differenziano dagli altri nella tematica modificazione de’ casi forti tranne Nom. Voc. Sing. (v. §§. 102, IV, 1; io3, III, 1), in quanto mutano qj in guna (rt), mentre gli altri la cambiano in vriddi (rt?) (v. §• 19> 4) Appartengono ai primi, cioè a quelli che ne’ casi forti mutano qr in rt, principalmente alcuni nomi di parentela, ciò sono: arar?, in., genero, i-, figliuola, gri, m., cognato, a afa o riarfa, fi, sorella del marito, ?, m., uomo, faf, m., padre, arg, m.,fratello, arri, fi, madre, qfg, fi, moglie del fratello del marito, arar? (= aianr); , m.,