Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/124

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97 la comparasione : Costoro recano le persone a tal grado di fastidio^ quale è quello in che un perde la pazienza , e fino al punto in che non è chi eec* Elsponiamo ora le idee di questi tre esempj eoa termini e con espressione più sem* plici, e vedremo che V ufficio di questo tanto è quello di determinare il ponto al quale perviene V azion del verbo. Io portai la fede del mio o/fizio allo eccesso in che perdei ecc. 2* Quivi aspettate infino alV ora die i^nga ecc. 3. Co- storo recano le persone a quel grado di fastidio in che. La difierenza adunque che passa tra le espressioni tanto quanto e tanto che^ è che questa dinota quantità determi* nata, e quella indeterminata. Dico indeterminala, perchè quando uno dice a un altro, Io s^i attenderò tanto^ quanto pi sarà a grado^ non determina la quantità del tempo; ac- cenna solo il tempo del suo aspettare dover essere eguale a quello che sarà altrui a grado; ma se V altro risponde, a- spettate tanto che io sia tornato^ dà un termine al tempo per una circostanza. £ per distinguere, in conclusione, Tun tanto dair altro, chiameremo Puno tanto camparatiuo, l’al- tro, tanto determinato. COAIPARAZIOIVI DI SUPERIORITÀ* E D* INFERIORITÀ* I . Ella è Pitr" innamorata che savia. B. 2. Tutti e tre a Firenze piìj che mai strabocchewlmente spendevano. B. 3. A me eraassai più a grado la morte che il più vivere. B. 4* Tutte le scuse che allega sono pio brutte che il fatto stesso. Caro* 5. Io sto meglio che non state voi. B. 6. Io credo che egli possa dire che io porto le parole pru^ che tu i fatti non fai. B. 7. Chi starebbe meglio dì me^ se que-- gli denari fosser miei ? B. 8. f^oi potreste esser caduto in MjtGGiOE perìcolo Di questo. B. 9. Valeva pìu dì tre mila lire. B,