Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/203

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Trecento del Perticar! questo esempio: Facendo parlare i plebei Jfe imitarono la favella^ ciò non mota il mio giudi- zio; perchè egli non avrà mai pensato o posto mente a que- sto modo francese, come a me convenne fare neil*insegoa- re Titaliano a* Francesi* Nei rileggere la Proposta del Monti, insieme col pre- detto trattato del Perticari ho trovato che qaeU’ opera è pie- na di questi ne alla francese, e di molti altri veramente er- rori di grammatica, parte de* quali ho già esposti « e parte sono notati nelle seguenti pagine. E dicasi pur di me quel che si voglia; ma^io non posso ingannare la nazione f alia quale è dedicata la mia fatica, per particolari riguardi; co- me sarebbe lasciando trapassare per questo mio buratto per farina quel che è palpabil crusca. Metterommi io, per non offendere la memoria o la riputazione di alcuni scrittori cbe sono stimati e avuti cari a criticare gli errori in quegli che non hanno pur V ombra di stile, e che non sono appressati da nessuno ? Non si cerca, scrivendo, di seguire le tracce degli spregiati o negletti, ma di coloro che sono in fama ; onde se questi sono pure trascorsi in falli che loccbio delia moltitudine non può scorgere, ma ben vede chi il nerbo del viso ha nel continuo studio della lingua invigorito e aguz- zo, di quelli si vogliono fare accorti gli studianti , si come più atti a trarìi ne’ medesimi difetti. £ s* io mi volessi per rispetto tacere i loro nomi, o mostrar sólo gli errori, per av- ventura mi potrebbero rinfacciare che il tale e tal altro scrit- tore Tha detto, e perciò si possa dire anche per noi, qnasi io non li conoscessi; e attribuire a ignoranza qud che fosse inte- so a discrezione, lobo dunque creduto bene, e credo, di do- ver proseguire come ho fatto fin qu); e se le mie parole non bastano, mi difenderanno le seguenti del medesimo Perticari: