Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/289

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le è apposta, è uno intervallo; quindi vi sono due punti, cioè quello onde incomincia l’intervallo, e quello al quale il medesimo tende e termina. Ora, si può a volontà considerare l’oggetto o l’uno o l’altro di questi due punti, senza sconciare l’idea; solo si esprimerà un movimento tendente più tosto che proveniente, o viceversa. In modo che, nel verso E non mi si partia dinanzi al volto, la preposizione a mostra l’oggetto al qual tende la mente nell’esprimere la relazione tra il luogo dinanzi e il medesimo oggetto; laddove nell’esempio Egli era dinanzi da noi, la preposizione da disegna l’oggetto onde parte l’immaginazione misurando lo spazio fra il detto oggetto e il luogo dinanzi. Questa preposizione dinanzi si può anche usare sola, come si vede dal terzo esempio; tuttavia ella è più usata seguita da a, che con da o sola.
I. Assai VICINO stava alla torricella. B.2. Era l’uno dall’altro LONTANO ben dieci miglia. B. È una villa assai VICINA di quì. B.4. Non guarì LONTAN di quì è un santo uomo. B.5. Si rimase ben venti miglia LONTANO ad essa. B.
La parola vicino esprime tendenza d’un luogo all’altro, ed è quindi seguita dalla preposizione a; la parola lontano rappresenta l’idea d’un oggetto che si scosta da un altro, e perciò è generalmente seguita dalla preposizione da; nientedimeno si vede per gli esempj 3.e 4.che tutte e due esse possono accompagnarsi della preposizione di; perchè, significando luogo vicino e luogo lontano, basta qualificare il secondo luogo col quale si fa corrispondere il primo, a dimostrare che a quello si riferisce l’idea di tendenza o di provenienza; come se vi fosse sottinteso, al luogo dopo vicina, e dal luogo dopo lontano.