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ferenza tra l’avverbio poi seguito da che, il quale significa dopo il tempo che, e la congiunzione poichè significante premesso questo che è. Le parole sono eguali, e vengono dalla stessa fonte; ma esprimono ora una idea diversa. Si debba dunque divider l’avverbio dal che, e lasciar unita la congiunzione.

Lo avverbio come, quando si riferisce a tempo, è membro della comparazione così tosto come tosto; il vocabolo quando comprende l’idea di in quel tempo che; è quindi questa differenza tra come e quando, che quello esprime maggior prestezza che questo, e più determina il tempo. In questo esempio: Quanti anni avevi quando tuo padre ti levò da Palermo, non si potrebbe usar come, perchè non si vuol quì determinare il momento instante ma pur l’epoca; come starebbe male quando nel seguente: Ma perchè il balenar come vien resta; D., dove come significa così tosto come tosto.

Il Bartoli dice che il dopo del quarto esempio è preposizione, e che questo vocabolo non si può adoperare per avverbio; ma pure quello dopo è avverbio, perchè accenna tempo; il che la preposizione non può fare, siccome quella che disegna posizione di un corpo rispetto a un altro.

bene

I. Bene, Belcolore, demi tu far sempre morire a questo modo? B. 3. La donna disse, bene io il farò.B. 3. Egli è qui un malvagio uomo che m’ha tagliata la borsa con ben cento fiorini. B. 4. Ma, se vi piace, io ve ne insegnerò bene una.

La parola bene in sostanza è nome, che si prende per avverbio quando si usa senza articolo. Lo stesso dicasi di