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Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/340

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ognuno che non per torre nè scemare l’altrui fama sono io andato cercando gli errori per le opere letterarie, ed espostili agli occhi di tutti; ma perchè così era richiesto a voler purgare la lingua da tante macchie. Ci voleva il ferro che menasse a dritta e a sinistra senza riguardo, per levar via tutte le mal erbe tutti gli sterpi che intralciavano e impedivano la coltivazione di questo campo, tanto era imboscato e selvaggio!

pure

I. Fa pure che tu mi mostri gual ti piace; lascia poi fare a me. B. 2. La cosa andrà pur così. B. 3. Deh! come dee poter esser questo? io il vidi pur ieri costì. B. 4. La quale, perciò che pure allora smontati n’erano i signori di quella, d’albero, di vele, e di remi, la trovò fornita. B. 5. La varietà delle cose che si diranno non meno graziosa ne fia, che l’aver pure d’una parlato. B.

Sebbene, come dice il Biagioli, forse i 6 sensi diversi nel vocabolario della Crusca, siano attribuiti a questo vocabolo pure, esso è pure il medesimo in ogni caso; e sempre si usa in opposizione di quel che un’altro dice o pensa, o di quella idea che lo precede; in qualunque circostanza esso si truovi, significa ciò non ostante, nulla di meno; e sempre è preceduto da una congiunzione avversa, espressa o sottintesa. Le congiunzioni quantunque, come che, con tutto che, ancora che, se bene, tutte comprendono un’idea di concessione a quel che altri dice, o crede, o fa; per lo contrario le seguenti, nondimeno, nonpertanto, tuttavia, ciò non ostante, per ciò, tutte egualmente come pure esprimono una opposizione una eccezione a quella stessa cosa conceduta. Ora, le medesime due idee di concessione e di eccezione son