Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/375

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348 contrario è di coleiiY. carte 200;e il Bartoli, ponendo una virgola dopo leif mostra che non intendesse bene quel ver* so; come che in altro luogo egli medesimo dica che in questo verso di Dante ^ Ma perchè lei che di e natie /Ua^ ha il senso di colei* i. lire riguardamela^ gli p€uve bella^ e valorosa^ e costumata. B. n. Il Zima udendo ciò^ gli piacque^ e rispose al cavaliere ecc. B. Strane e non giuste paiono a certi queste espressioni e vorrebbesi che quei due agenti, // re e il ZÀma, non rimanessero così sospesi e senza far nulla; perciò che credendo essi di andare a governare ciascuno il loro verbo dopo il participio, trovano in lor vece un dativo che li rispinge; ma, perchè il participio presente sembri stare senza TagentCì non è per ciò da supporre che non Tabbia • Lo porta sempre 9 e par solo che si regga da se, perchè l’agente che lo precede, per essere il participio per sua natura seguito da un altro verbo che simultaneamente con esso adopera, è quasi sempre da quello diviso per una virgola, acciò che poi rechi sua maggior forza sopra il verbo principale • Leggansi adunque que* due esempj come stanno senza la virgola, e suppliscansi ai verbi /^a/ve epiacifue gli agenti, la donna e laproposta, sottintesi; e allora quei due nomi il re e il Zi-ma avranno loro sfogo nel participio, e ne rimarranno soddisfatti, e soddisfatta ancora, mi credo io, la ragione. Ghino f di cui shìì siete oste, w manda pregando che s^i piaccia di significarli dove voi andavate. B.„ Il verbo mandare ha privilegio, ab immemorabili, di ricever, se vuole, il participio presente in vece delfinfr