Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/383

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356 pur non rifinto ammendai siccome colui che cerco il vero, e sdegno non meritata lode* I* OPf ecco CONTO ogni cosa. F* 2. E" ci sarà il nth taio^ e Tavrà compero F anello^ e saranno ordinate le no> jse. F* 3. Dipoi ho tocco con mano che del parentado non è nulla. F» 4* P(«^* ^gH f dice ohe Vhanno wermo^ io ben non lo ritrovasHi. ¥• Tutti i participi di questi esempj sono tronchi; conio^ compero^ toccOffermo^ stanno per con6ifo«comper<xio^ toccato^ e fermaio; e questa è una di quelle hellexse di lingua eh* erano state scioccamente abbandonate prima della ri-* storazione di essa. CAP. XXV. QUAU SIANO QUEI VERBI CHE VOGLIONO ESSERE VVH AU81UARI0 X QUALI jÌVERE (l) L* accordo o non accordo del participio passato con Tagente del verbo dipendendo dallo ausiliario «egli è ne(i) Il Bartoli, dopo aTcr tntUto questo argomento. 4iee»t Ben veggo che^ a cercar per minato il yero, se ne vorrebbe dire assai più di quello cbe ne ba scritto nelle sue giunte al Bembo il dottissimo GastelTetro; ma a ciò lare si ricbiederebbe al^o osio cbe quel pocbissimo cbe io bo al presente» e altr^opem cbe non questa piccola istruzione, cosi oom* è» ricbiestami dagli amici*„ E dopo lui l’Addenta pone questa osservazione: ,. O pcrdiè veramente è da se la materia intrigata, o percbè e ben corto il mio intendimento» mi par cbe non molto si possa apprendere da ciò cbe ba qui il BartoJi scritto, quando i preteriti cbe diconsi propinqui, o pur participi! passati di qualunque sorta di verbi, s*accompagnano col verbo avere, e quando col verbo e»9erc. E ardisco a dire di più cbe qualunque s* è inoltrato in tanto