Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/427

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ioa / atangittre; le quali, recate lettertlmente ìa altra linguLi formano senso veruno. COSTRUZIONI COI TERBI jÌHDAREi rElflJBEt B DjIT.I I. Io voglio andare a dirgli che se ne vada. B.3.S (fò «nascondere in parte che egli potesse vedere ga^ e si facesse. B. ^* Fieni e cuoprimi bene; che iorm senti gran male.B. 4. A’fl, vedi che cosa è questa. F.5.^a« digliel tosto. B. Se dopo un verbo che esprime movioieDtocanEa dare e venire^ segue un inCaitOt vi si appone la prepoùb ne a, la quale dinota che il Gue a cui tende il movimn’Ji quello cheè contenuto nell’iuGnito medesioio; n»,aeliit peratÌTO, Ìd luogo di far uso dell* infinito e della prep» zìooe a, sì mettono più tosto i due verbi nello stesso Icaji e modo, o giunti per la congiunzione e ^o sema ci>D|;iiazione, quando si voglia esprimere maggior prestei»i.Il castaldogli DIE D^ mangiar volentieri.i-i-^ vi DA A mangiar queste galle.’B. 3. Faceva darbertiti brigata. B. 4* -Ben sai die mia madre mi dette un if quarteruoli A cambiare, G. j. daitdole alquanto JH "* giare j radici d erbe., e pomi salvaticki e datteri. B. Noi diciamo darda mangiare e da bereedtvewacus" mangiare e a bere. Se il verbo dare non ha oggetto apre» vien seguito dalla preposizione da; se l’oggetto è espre»’ " segue a. Bel primo modo abbiam già veduta raoalisD^’" tato delle preposizioni^ nel secondo la preposizioaeS’g il riguardo, il fine al qua! tende la mente di chi dà. A’""’ zo esempio la preposizione da è sottintesa. Il q>u>>^ ""^ esce della regola, sebbene, essendo specificato Toggetu