Pagina:Grammatica filosofica della lingua italiana.djvu/79

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In questi esempj il nome è determinato e specificato nel genere; vale a dire la specie è tratta dal genere; benché questa intenzione non sia apparente, e sia solo in mente di chi parla; perchè quando si dice l’ingratitudine, vi si mette l’articolo per distinguerla tra il genere de’ peccati; e l’articolo v’è posto come a cosa determinata e specificata, tratta dal nome generico peccato, come se si dicesse il peccato ingratitudine è antichissimo. Così nel secondo esempio il generico specificato da Africa è paese; nel terzo ente è specificato da uomo; e nel quarto parimente, enti da uomini. Dico che in tal caso colui che parla intende sempre a distinguere la cosa nominata, e a metterla in opposizione alle altre dello stesso genere; perchè ora vedremo che, quando non si abbia di mira alcuna determinazione o confronto, il nome si adopera senza articolo. Per la stessa ragione quì sopra addotta si dice con l’articolo il cielo, il mondo, l’Inferno, il Paradiso, i filosofi, gli scrittori, le virtù, i vizj, le erbe, i metalli, etc.

1. La copia delle cose genera fastidio. D. 2. La povertà non toglie gentilezza ad alcuno. B. 3. Più volte a ferire uomini si trovò. B. 4. Diceva testimonianze false. B.

In questi esempj sono quattro nomi senza articolo; vediamo se ci vien fatto di far intendere la ragione, perchè l’articolo non ci voglia, essendo il problema uno de’ più difficili. Quella parola che più occupa il pensiero nel primo esempio, è copia, la quale è determinata dalla espressione delle cose, ed è messa in opposizione, nella mente di chi parla, alla scarsità; per lo che doppiamente richiede l’articolo; ma il nome fastidio non è posto in confronto