Vai al contenuto

Pagina:Grammatica italiana, Fornaciari.djvu/183

Da Wikisource.

il verbo. modi, tempi e persone 149


L’imperativo afferma la volontà che un’azione si faccia, ed equivale a un comando o consiglio. P. es. scrívi, ábbi scrítto; mángia, ábbi mangiáto.


§ 13. Il congiuntivo (detto anche soggiuntivo) afferma l’azione non come reale ma come possibile e conveniente, e serve a compiere il senso di un modo reggente coll’intermezzo di qualche congiunzione o pronome relativo espressi o sottintesi. P. es. vòglio ché tu scríva; credéva ché partísse; sé studiásse, imparerèbbe: non tròvo chi mi ajúti.


§ 14. L’infinito fa due uffici: compie il modo reggente espresso o sottinteso, talora coll’intermezzo di qualche preposizione; p. es. vòglio scrívere; hò vòglia di scrívere; sono còse da tacére:

esprime di per sè l’idea dell’azione nel tempo senza alcuna altra determinazione, p. es. partíre, mangiáre, scrívere; e può ricevere l’articolo, il mangiáre, il dormíre, un bel moríre, un sómmo godére, prendendo anche talora le proprietà del sostantivo. Considerato così assolutamente l’infinito è la parte fondamentale nella conjugazione dei verbi, e figura ne’ vocabolarii come tipo del verbo intero.


§ 15. Il gerundio spiega e compie senza alcuno intermezzo un altro modo e tiene le veci d’una proposizione subordinata. P. es. studiándo si impára; cioè sé si stúdia; con istudiáre o sim.: égli, partèndo di cása, incontrò il nemíco; cioè, méntre partíva, nell’átto di partíre.

Il gerundio è indeclinabile, cioè non varia nè per genere nè per numero e quindi non si può, senza equivoco, riferire ad altro che al soggetto della proposizione di cui fa parte. P. es. èssi dormèndo so-