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Pagina:Grammatica italiana, Fornaciari.djvu/230

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CAPITOLO XXV

Uso delle enclitiche co’ verbi.
Verbi riflessivi.


§ 1. Le particelle pronominali od avverbiali enclitiche mi, ti, si, ci, vi, ne, lo, la, gli, le, e i loro gruppi me lo, te ne, te lo, ce lo, vi si, ecc. (vedi P. I, cap. viii, § 10, e P. II, cap. xxviii, § 7) si accompagnano spesso coi verbi, ora premettendosi, ora posponendosi a quelli, nel quale ultimo caso si attaccano sempre ai verbi medesimi (affissi). P. es. lo prègo, pregárlo: lo lèggo, lèggilo. Ecco le regole per procedere senza errore.


§ 2. Le particelle suddette ed i loro gruppi si prepongono regolarmente al verbo in tutta quanta la conjugazione, eccettuate la 2ª sing. 1ª e 2ª plur. dell’imperativo presente, l’infinito, il participio ed il gerundio. L’infinito si usa sempre nella sua forma tronca: di rado si tronca pure la 1ª plur. imperativo. Esempii: m’ingánno: me lo díce: si lodáva: te lo dirò: váttene, ámami; andiámocene o andiámcene; partítevi; dicèndoti, lodársi.

Quando al gerundio o all’infinito precede una negativa, le particelle si possono premettere; p. es. per non se ne pentíre; non si