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I 245 § (88). Ettore Fabietti, Il primo venticinquennio delle Biblioteche popolari milanesi, «Nuova Antologia», i° ottobre 1928 *. Articolo molto utile per le informazioni che dà sull'origine e lo sviluppo di questa istituzione che è stata la più cospicua iniziativa per la cultura popolare del tempo moderno. L’articolo è abbastanza serio, sebbene il Fabietti abbia dimostrato di non essere lui molto serio: bisognerà riconoscergli tuttavia molte benemerenze e una indiscutibile capacità organizzativa nel campo della cultura operaia in senso democratico. Il Fabietti mette in luce come gli operai fossero i migliori «clienti» delle biblioteche popolari: curavano i libri, non li smarrivano (a differenza delle altre categorie di lettori: studenti, impiegati, professionisti, donne di casa, benestanti ( ? ), ecc. ) ; le letture di « belletristica » rappresentavano una percentuale relativamente bassa, inferiore a quella di altri paesi: operai che proponevano di pagare la metà di libri costosi pur di poterli leggere: operai che davano oblazioni fino di cento lire alle biblioteche popolari; un operaio tintore che (è) divenuto «scrittore» e traduttore dal francese con le letture e gli studi fatti nelle biblioteche popolari, ma continua a rimanere operaio La letteratura delle biblioteche popolari milanesi dovrà essere studiata per avere spunti «reali» sulla cultura popolare: quali libri più letti come categoria e come autori, ecc.; pubblicazioni delle biblioteche popolari, loro carattere, tendenze, ecc. Come mai una tale iniziativa solo a Milano in grande stile? Perché non a Torino o in altre grandi città? Carattere e storia del «riformismo» milanese; Università Popolare, Umanitaria, ecc. Argomento molto interessante ed essenziale. §(89). J primordi del movimento unitario a Trieste, di Camillo de Franceschi, | «Nuova Antologia», i° otto- 122 bre 1928 \ Articolo incoerente “ e a base retorica. Ci sono però degli accenni all’intervento del «materialismo storico» •Nel ms una aggiunta interlineare: «(è un discorso)».