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694 QUADERNO 6 (vili) § ( 13 )/l comuni medìoevau come rase econnmica-cor- porativa dello sviluppo moderno. Il libro di Bernardino Barbadoro Le Finanze dellcTrepubblica fiorentina, Olschki, Firenze, 1929, L, 100. Nella recensione del libro del Barbadoro pubblicata nel «Pègaso» del luglio 1930, Antonio Panella ricorda il tentativo (incompiuto e difettoso) fatto da Giovanni Canestrini di pubblicare una serie di volumi sulla scienza e Parte di Stato desunte dagli atti ufficiali della Repubblica di Firenze e dei Medici (nel 1862 usci il primo e unico volume della serie promessa). La finanza del comune genovese fu trattata dal Sieveking, di Venezia dal Be- sta, dal Cessi, dal Luzzatto. Il Barbadoro tratta ora della finanza fiorentina, cronolo- gicamente-gimìfl^ fipn ^/istituzione del Monte dopôTÊTSÏÏ gnoria deLfìuca^P Atene, e per la materia com posta diretta e il debito pubblico, cioè le basi essenziaTTdgl- 6 Tastruttura | economica del Comune (pare che il Barbadoro debba completare la trattazione, occupandosi delle imposte indirette). Prima forma di tassazione, «il focatico»: essa risente ancora dei sistemi tributari feudali e sta a rappresentare il segno tangibile delPaflermarsi deirautonomia del Comune, il quale si sostituisce ai diritti dell’Impero; forma più evoluta: P«estimo», basato sulla valutazione globale della capa: cita contributiva del cittadino. delPimposta diretta come cespite principale di entrata reagT^e l7interesse__deIla classe-dominante, che, come detentrice della ricchezzaT tende a riversare i pesi fiscali sulla massa d e 11 a_ pò polazi o n e con le impostesuI^onsïF mo: comincia allora la primaformajrdebito pubblico, coi prestiti o anticipazionLche i ceti abbienti fanno perT'blso'- gni-delPerario. assicurandosene il rìmbo^o àytra^r^oJegàT Fosclllazione tra belle JLa lotta politica è caratterizzata aa. «estimo» e imposta sul consumo: quando il Comune cade sotto una signoria forestiera (duca di Calabria e duca d’Ate- ne) appare P«estimo», mentre invece in certi momenti si giunge a ripudiare Pestimo in città (cosi nel 1315). Il regime signorile, sovrastando agli interessi delle classi sociali