Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/264

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i93i-*932: (miscellanea) 939 § (4). Funzione cosmopolita degli intellettuali italiani. In Ungheria. Il «Marzocco» del 4 ottobre 1931 riassume dalP«Illustrazione Toscana» un articolo del dott. Ladislao Holik-Barabàs su Filippo Scolari detto Pippo Spano che fu « una delle figure più caratteristiche fra gli italiani che hanno portato lungi dalla patria straordinarie energie conquistando gradi eminenti nei paesi d’elezione». Lo Scolari fu successivamente intendente delle miniere, poi liberatore del sovrano, re Sigismondo d’Ungheria, conte di Temesvar, governatore generale dell'Ungheria e condottiero degli Ungheresi contro i Turchi. Pippo Spano morì il 27 dicembre 1426. \

§ ( 5 ). Risorgimento. Il Partito d'Azione. Per la storia del Partito d’Azione e del « trasformismo » italiano in generale è molto interessante una lettera di Francesco De Sanctis a Giuseppe Civinini pubblicata nel « Bullettino Storico Pistoiese» da Filippo Civinini e riassunta nel «Marzocco» del 4 ottobre 1931 \ La lettera è senza data ma pare debba essere stata scritta tra il secondo semestre del 1866 e i primi del 1868. Scrive il De Sanctis, tra Paltro: «La trasformazione dei partiti, la costituzione di un partito progressista di contro a un partito conservatore, è una mia vecchia idea per la quale combatto da tre anni e che è la bandiera del mio giornale ». « Per me partito moderato e partito d’azione avevano cessato di esistere fin dalla catastrofe di Aspromonte. L’antica Sinistra mori il giorno che Mordini e Crispi non vollero dimettersi, come molti dei loro compagni, per le cose di Sicilia. Da quel tempo la Sinistra entrava in una via di trasformazione e diventò un’opposizione costituzionale progressista. Il programma del Mordini e l’altro di Crispi, al tempo delle elezioni generali, confermarono questo indirizzo. E fu questo il partito che usci molto rinforzato dalle urne e a cui si accostarono in grandissimo numero degli uomini nuovi venuti in Parlamento a costituire la consorteria. Ne’ programmi di quel tempo non più traccia di odio napoleonico, di agitazioni di piazza, di insurrezioni, senza e con-