Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/269

Da Wikisource.

944 QUADERNO 8 (XXVIII) realismo del Cavour, che consisteva nel valutare in una misura che sembrava mostruosa al Partito d'Azione l’attività diplomatica. Quando Crispi, credendo di diminuire l’importanza di Cavour, disse a Ferdinando Martini, che Cavour non aveva fatto altro che «diplomatizzare la rivoluzione» 1 6 bis in realtà egli, senza volerlo, riconosceva | l'indispensabilità del Cavour. Ma per Crispi ammettere che organizzare i rapporti internazionali fosse stato più importante ed essenziale che organizzare i rapporti interni sarebbe stato impossibile: avrebbe significato ammettere che le forze interne nazionali erano troppo deboli in confronto dei compiti da risolvere e che, specialmente, esse si erano mostrate impari alla loro missione e politicamente impreparate e abuliche (abulicl?e nel terreno della volontà politica concreta e non del giacobinismo formale). Perciò il «realismo di Cavour » è un argomento ancora da trattare, senza pregiudizi e senza retorica. « —§~( ii ). Risorgimento. 48-40. Mi pare che gli avvenimenti degli anni 1848-49, datalrioro spontaneità, possano essere considerati come tipici per lo studio delle forze sociali e politiche della nazione italiana. Troviamo in quegli anni alcune formazioni fondamentali: i reazionari moderati, municipalisti -, i neoguelfi - democrazia cattolica -, e il partito d'azione-democrazia liberale di sinistra borghese nazionale —. Le tre forze sono in lotta fra loro e tutte e tre sono successivamente sconfitte nel corso dei due anni. Dopo la sconfitta avviene una riorganizzazione delle forze verso destra dopo un processo interno in ognuno dei gruppi di chiarificazione e scissione. La sconfitta più grave è quella dei neoguelfi, che muoiono come democrazia cattolica e si riorganizzano come elementi sociali borghesi della campagna e della città insieme ai reazionari costituendo la nuova forza di destra liberale conservatrice. Si può istituire un parallelo tra i neoguelfi e il Partito Popolare, nuovo tentativo di creare una democrazia cattolica, fallito allo stesso modo e per ragioni simili. Cosi come il fallimento del Partito d'Azione rassomiglia a quello del «sovversivismo» del 19-20.