Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/274

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i93I-I932: (miscellanea) 949 per iooooo; dopo la guerra 18. Inghilterra: nel 1920 17 946,47 per 100 ooo, prima della guerra 45 per 100 000. Nelle facoltà di giurisprudenza italiane ogni anno 9000 studenti: le lauree in legge che nel periodo 1911-14 furono 1900, nel 1928-29 furono 2240. Nel 1911-14 i licenziati dal liceo 4943 in media all’anno, nel 1926-29, 5640. Nella magistratura superiore (Corti d’Appello, d’Assise, Cassazione) i magistrati nel 1880, 2666; nel 1913, 2553; nel 1922, 2546; nel 1929, 2557. § (19). Senso comune. Il Manzoni fa distinzione tra senso comune e buon senso (Cfr Promessi Sposi, Cap. xxxii sulla peste e sugli untori). Parlando del fatto che c’era pur qualcuno che non credeva agli untori ma non poteva sostenere la sua opinione contro l’opinione volgare diffusa, aggiunge: «Si vede ch’era uno sfogo segreto della verità, una confidenza domestica: il buon senso c’era; ma se ne stava nascosto, per paura del senso comune» Cfr Quaderno 11 (xvm), p. 65. 9 § (20). Risorgimento. I moderati toscani. Cfr la conferenza di Mario Puccioni, Uomini del Risorgimento in Toscana, pubblicata nella «Miscellanza storica della Valdelsa» e riassunta nel «Marzocco» del 15 novembre 1931. L’attività apologetica del Puccioni a favore dei moderati toscani è un tratto interessante della cultura toscana moderna: dimostra come ancora sia instabile la coscienza nazionale del ceto dirigente toscano e la sua «dignità e prestigio» discussi. I moderati toscani trovarono aiuto e adesione soltanto nella borghesia colta, nella piccola possidenza e nel popolo della città: l’aristocrazia con la classe agricola rappresentò l’assenteismo e il quietismo. «Scoppiata (!) la rivoluzione, fu provvidenziale che la sera del 27 aprile Ubaldino Peruzzi accettasse di far parte del triunvirato, rassicurando i timidi del Granducato e le diplomazie, tutte avverse al movimento, che sotto di lui non si sarebbero ripetuti gli eccessi del 1849 ». Cosa c’è di «nazionale» in tutto ciò? I moderati erano espressione, dunque, dei « timori» dell’aristocrazia e della | gente per bene che aveva paura degli «eccessi» e delle