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990 QUADERNO 8 ( XXVIII ) litti, come arma per intimorire gli avversari. È da ricordare che i giolittiani ponevano tutta la loro speranza politica nel Partito Popolare, come partito di massa centrista che avrebbe dovuto (e in realtà servi) servire da strumento per la manovra giolittiana. Articoli di Luigi Ambrosini nella «Stampa», entrata di Ambrosini nel Partito Popolare (cfr alcuni di questi articoli raccolti nel volumetto Fra Guidino alla cerca) \ È^tutto un periodo di storia politica e dei partiti italiani da'studiare e da approfondire. § (84). Machiavelli. Essere e dover essere^. Il «troppo» realismo litico h^fportato spesso all’atfermazione che il politico deve operare solo nella «realtà effettuale», non interessarsi del «dover essere», ma solo dell’« essere ». L’errore ha portato Paolo Treves a trovare nel Guicciardini e non nel Machiavelli il «vero politico»1. Bisogna distinguere tra scienziato della politica e politico in atto. Lo scienziato deve muoversi solo nella realtà effettuale, in quanto mero scienziato. Ma il Machiavelli non è un mero scienziato, è un uomo appassionato, 28 un politico in atto e perciò non può non occuparsi del «dover | essere» [inteso non moralisticamente]. La quistione è più complessa: si tratta di vedere se il « dover essere » sia un atto arbitrario o un fatto necessario, sia volontà concreta, o velleità, desiderio, amore con le nuvole. Il politico in atto è un creatore; ma non crea dal nulla, non trae dal suo cervello le sue creazioni. Si fonda sulla realtà effettuale; ma cos’è questa realtà effettuale? È forse qualcosa di statico e immobile, o non piuttosto una realtà in movimento, un rapporto di forze in continuo mutamento di equilibrio? Applicare la volontà a creare un nuovo equilibrio delle forze, realmente esistenti e operanti, fondandosi sulla forza in movimento progressivo per farla trionfare è sempre muoversi nel terreno della realtà effettuale ma per dominarla e superarla. Il «dover essere» entra in campo, non come astratto e formale pensiero, ma come interpretazione realistica e sola storicistica della realtà, come sola storia in atto o politica. L’opposizione Savonarola- Machiavelli non è l’opposizione tra essere e dover essere, ma tra due « dover essere », quello astratto e fumoso del Savonarola e quello realistico del Machiavelli, realistico anche se non diventato realtà immediata, che non si può attendere che un individuo e un libro mutino la realtà, ma solo la interpretino e indichino la linea dell’azione. Né il Machiavelli pensava o si proponeva di mutare la realtà ma solo e concretamente di mostrare come avrebbero dovuto operare le forze storiche concrete per mutare la realtà esistente in modo concreto e di portata storica. (Il Russo ha accumulato molte parole a questo proposito - nei Prolegomeni2 - ma il limite e l’angustia del Machiavelli consiste poi solo nell’essere il Machiavelli un singolo individuo, uno scrittore e non il capo di uno Stato o di un esercito, che è pure un