Pagina:Gramsci - Quaderni del carcere, Einaudi, II.djvu/341

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XXVIII) cattolici, favorevoli a una influenza del papato nei loro rispettivi paesi, ciò che significa poi in gran parte: che lottavano per accrescere la loro forza di partito con l'aiuto di una potenza straniera (non solo «spirituale e culturale», ma anche temporale - e come! - perché avrebbe voluto prelevare imposte, decime, ecc. e dirigere la politica internazionale). Era una forma di certi tempi di «partito dello straniero» [opposto a «gallicano» in Francia], 2) Artigiano. Artigianato. Da un articolo di Ugo Ojetti ( Arti e artigiani d'Italia, nel « Corriere » del ioaprile 1932) 39 bis tolgo alcuni spunti: per la legge italiana | è artigiano chi non occupa più di cinque lavoranti se esercita un mestiere d’arte, più di tre se esercita un mestiere usuale. Definizione imprecisa. «Il proprio deirartigiano è di lavorare egli stesso con le sue mani all’arte sua o al suo mestiere. Che da lui dipendano cinque o dieci persone, ciò non muta il suo carattere d’artigiano, quello che subito lo distingue dall’indu- striale». Ma anche questa definizione è imprecisa, perché l'artigiano può non lavorare, ma dirigere il lavoro di una bottega: la definizione deve essere cercata nel modo di produzione e di lavoro. » In Germania esiste la patente di mestiere, che ha tre gradi come il mestiere: dell’apprendista «che noi diremmo meglio garzone o novizio», del «compagno» che ha finito il tirocinio di garzone, del «maestro» L’Ojetti impiega la parola «compagno» per indicare il lavorante artigiano già formato professionalmente, ma questa parola co'me si giustifica? Non storicamente, perché in italiano non è rimasto l’uso come in francese e tedesco di una parola che [un tempo] aveva un significato giuridico preciso, e oggi non ha significato «professionale» ma solo di posizione «economica». Professionalmente il «compagno» è un «maestro», ma non ha la proprietà di una bottega e deve lavorare per un altro che sia appunto proprietario. » § ( 126). Nozioni enciclopediche e argomenti di cultura. Il Medio Evo. Cfr Luigi Sorrento, Medio Evo, il termine e il concetto (Milano, Soc. Ed. «Vita e Pensiero», 1931,