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1070 QUADERNO 8 (XXVIII) le») quando usci la 4 edizione del volume «Materialismo storico ed economia marxistica» con la nuova prefazione del 1917 \ Può essere interessante studiare per i vari paesi come si sono formate le varie correnti di studio e di ricerca di storia economico-sociale, come si sono atteggiate ecc. Che sia esistita in Inghilterra una scuola di storia economica, legata aireconomia classica, è certo, ma i suoi sviluppi ulteriori sono, oppure no, stati influenzati dal materialismo storico? (Il libro del Seligman2 in quanto rientra in questa corrente e in quanto esprime appunto il bisogno di essa di fare i conti col materialismo storico?) Così in Francia una corrente economico-giuridica, che ha operato sul materialismo storico (Guizot, Thierry, Mignet) ma è poi stata influenzata a sua volta (Henri Pirenne, e i moderni francesi Henri See, Hauser ecc.)3. In Germania la corrente più strettamente legata all’economia (con List), ma Sombart ha subito l’influsso del materialismo storico ecc. In Italia più strettamente legata al materialismo storico (ma influsso di Romagnosi e Cattaneo). § (213). Un’introduzione allo studio della filosofia. \ (I.) Il problema dei «semplici». La torza delle religioni e specialmente del cattolicismo consiste in ciò che esse sentono energicamente la necessità dell’unità di tutta la massa religiosa e lottano per non staccare mai gli strati superiori dagli strati inferiori. La chiesa romana è la più tenace nella lotta per impedire che « ufficialmente » si formino due religioni, quella degli intellettuali e quella dei « semplici ». La cosa non è stata e non è senza gravi inconvenienti, ma questi « inconvenienti » sono legati al processo storico che trasforma tutta la vita civile, non al rapporto razionale tra intellettuali e «semplici». La debolezza delle filosofie immanentistiche in generale consiste ap- 68 punto nel non aver saputo creare una unità ideologica tra il basso | e l'alto, tra gli intellettuali e la massa (cfr motivo «Rinascimento e Riforma»). I tentativi di movimenti culturali «verso il popolo» - Università popolari e simili - hanno sempre degenerato in forme paternalistiche: d’altronde mancava in essi ogni organicità sia di pensiero filosofico, sia di centralizzazione organizzativa. Si aveva l'impressione che rassomigliassero ai contatti tra i mercanti inglesi e i negri dell’Africa: si dava merce di paccotiglia per avere pepite d’oro. Tuttavia il tentativo va studiato: esso ebbe fortuna, cioè rispondeva a una necessità popolare. La quistione è questa: un movimento filosofico è tale solo in quan-