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1082 QUADERNO 8 (XXVIII) sviluppo storico presenta e impone nel suo svolgimento. Ma ogni filosofia «speculativa» non è essa stessa una teologia e una metafisica? Questo « residuo » non è un residuo, è un « tutto », è tutto il metodo del filosofare, e per esso ogni affermazione di «storicismo» è vana, perché si tratta di «storicismo» speculativo, del «concetto» di storia 74 e non | della storia. (Tuttavia la critica del Croce ai residui di teologia e di metafisica deve essere riassunta e studiata attentamente). Cfr Quaderno io (xxxm), pp. 46 - 46 a. § (225). Punti per un saggio su B. Croce. 1) Quali sono gli interessi intellettuali e morali (e quindi sociali) che predominano oggi nell’attività culturale del Croce? Per comprenderli occorre ricordare l’atteggiamento del Croce verso la guerra mondiale. Egli lottò contro l’impostazione popolare (e la conseguente propaganda) che faceva della guerra una guerra di civiltà e quindi a carattere religioso. Dopo la guerra viene la pace e la pace può costringere ad aggruppamenti ben diversi da quelli della guerra; ma come sarebbe possibile una collabo- razione tra popoli dopo lo scatenamento dei fanatismi « religiosi » della guerra? Il Croce vede nel momento della pace quello della guerra, e nel momento della guerra quello della pace, e lotta perché la [possibilità di] mediazione tra i due momenti non sia mai distrutta. Nessun criterio immediato di politica può essere innalzato a principio universale. 2) Croce come leader delle tendenze revisionistiche: nel primo momento (fine dell’800 a, ispiratore del Bernstein e del Sorel); e in questo secondo momento, non più di revisione ma di liquidazione (storia etico-politica contrapposta a storia economico-giuridica), 3) [(cfr n. 7)] Perché Croce è «popolare» e come e per quali vie si diffonde non il suo pensiero centrale, ma determinate sue soluzioni di problemi particolari. Stile di Croce - paragone errato con Manzoni 1 - la prosa di Croce deve essere riattaccata alla prosa scientifica del Galilei - atteggiamento goethiano nel dopoguerra, cioè mentre tanta gente perde la testa, il Croce è imperturbabile nella sua serenità e nella sua credenza che metafisicamente il male non può prevalere e che la storia è razionalità. Perciò Croce popolare tra gli anglosassoni che hanno sempre preferito una concezione del mondo non a grandi sistemi, come i tedeschi, ma che si presenti come espressione del senso comune, come soluzione di problemi morali e pratici. Il Croce fa circolare il suo pensiero idealistico in tutti i suoi scritti minori, ma ognuno di essi si presenta come a se stante, e sembra accettabile anche se non si accetta il sistema. Ecco perché molte teorie di Croce so- 74 bis no penetrate tra i cattolici | da una parte (Olgiati, Chiocchetti) e tra i positivisti dall’altra. Una delle ragioni della fortuna di Croce, legata alla sua serenità, è che egli non ha fatto concessioni al misticismo e s • Nel ms un lapsus: «fine del 900».